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Per chi compila il modulo PER PARTECIPARE sarà disponibile nell’area privata l’archivio di tutte le pagine del Diario.

COMMENTO AL DIARIO DI GRUPPO

Quando Monica mi parlò del Diario ne compresi immediatamente il potenziale curativo individuale ma soprattutto collettivo. 

Decisi quindi di partecipare dando il mio contributo: ispirazione e stimoli arrivarono puntuali legati a luoghi e a momenti della mia quotidianità.

La lettura del diario attraverso i contributi dei co-autori e le descrizioni e riflessioni di Monica, l’osservazione delle immagini scelte con cura a rappresentazione e a sostegno di pensieri e parole, ci conducono alla formazione virtuale di un cerchio nel quale ogni stimolo che riceviamo genera un pensiero, un’idea, una riflessione e un’azione. Diventa così un “Cerchio di Condivisione” dove ognuno di noi ha la possibilità di prendere in mano il “Bastone Parlante” e dare il proprio contributo all’interno del Cerchio. E’ questo il suo potere trasformativo, il suo potere terapeutico. Partecipando anche solo attraverso la lettura del Diario, possiamo sentirci parte di una Tribù che ha “Il corpo come luogo” e non sentirci più soli e smarriti, ma uniti e sostenuti.

Auguro una buona partecipazione a tutti, in qualsiasi forma decidiate di prendere parte a questo magnifico lavoro che scorre come il flusso della vita.

Walk in Beauty,

Cristiana Scolaro

COMMENTO AL DIARIO DI GRUPPO

“A me piace che MF abbia deciso di non mettere il nome per esteso di ognuno dei coautori. Questo mi ha liberata dalla tensione progettuale. L’essere costantemente affannata nel cercare la produzione perfetta di qualcosa che mi ostinavo a sapere prima ancora di averla pensata era estenuante e non ne ero cosciente. Altresì cercavo un fine ai miei pensieri e ai miei scritti. 

Mi ha costretta a deporre le armi che erano mie e contro di me. 

Non sapere se l’altro non è uomo o donna mi costringe a non avere un’idea, ad allenare la mia mente a deporre i giudizi, semplicemente ad accogliere i miei pensieri ed i pensieri altrui e questo l’ha resa estremamente feconda questa mia mente. Il diario di viaggio è un diario di gruppo vivo, che sogna allo stesso tempo e questo è evidente mentre lo si legge. C’è un sentire nel gruppo del diario che è comune. Leggendolo mi sono sentita parte del gruppo che sogna ed evolve assieme. Monica Fabra dà una risposta alla clausura forzata e alla perdita di orizzonte perché il diario ti lavora da dentro gentilmente. Più volte mi sono detta che avrei voluto vivere in un claustro (strada chiusa con uno iazzo [recinto] centrale su cui affacciano più case e più famiglie, una sorta di cohousing antico), lì avrei potuto sentire i pensieri dei più anziani e le pulsioni dei più giovani insieme, così da poter crescere sana e bombardata dall’umanità vicina a me; oggi posso sentire i pensieri degli abitanti del diario e mi riempiono, si potrebbe dire che è poca cosa, ma non è poca cosa quello che sento, lo assicuro. 

Ci tengo a precisare che il fatto che ci sia un conduttore-moderatore che spesso educa, fa sì che io navigante mi senta più sicura. Il diritto di parola è cullato, guidato dolcemente e con sapienza in questa struttura. Quanto ero affamata di questo e non lo sapevo. Come se questa garanzia di saggezza mi assicurasse la libertà di pensiero. Credo che MF abbia gettato le basi non di un’alternativa alla relazione ma le basi di un futuro modello di relazione che ora ha forma di diario. 

L’indipendenza ha portato nella mia vita l’assenza di una rete di pensieri veramente accogliente e veramente prossima.

Ogni giorno Yl esce di casa e prova a cogliere le mele d’oro nascoste negli angoli della città cercando di impegnarsi a saltare più in alto o ad affinare l’olfatto per non perdersi i frutti più maturi degli stimoli umani, cercando di scansare i nuovi mostri che decidono di regalarti la loro opinione non richiesta. 

Viene spazzato via il concetto del self made man ed emerge il gruppo in questo caro diario; questo gruppo non è propriamente il gruppo del bricolage o il gruppo di jiu jitzu, ma nemmeno il gruppo di scrittura creativa. MF ha dato risposta all’interrogativo: l’uomo che non si lega resta veramente libero o resta solo? Questo legame è molto più profondo di quanto sembri. Leggere le parole di chi non solo scrive ma legge e non solo legge ma scrive e poter rispondere o riflettere su un pensiero altrui mi è vitale. Similmente alla sensazione che si ha quando un dolore è diventato così presente nel nostro corpo da darlo per scontato e poi questo improvvisamente va via, così è la sensazione di riconoscimento nel diario che ho avuta io. Mi sconvolgerei, com’è mio solito, nel non vedervi entusiasti al mio stesso modo.“

Yl